In questa nostra società il grado di stress è ai massimi livelli. Ovunque è possibile vedere persone dal viso serio e tirato che trasudano il loro malessere e la loro stanchezza data da ritmi insostenibili.
In tanti ambienti è palpabile un nervosismo alle stelle, si vedono le persone che si inalberano per un nonnulla, perché la loro tolleranza è a livelli bassissimi. Sono rare quelle realtà in cui si vive con il sorriso sulle labbra e un’aura di pace e serenità. Le possiamo trovare nelle popolazioni che vivono ancora a stretto contatto con la natura, in luoghi che la società consumistica non ha ancora contaminato.

Alcune persone si stanno avvicinando a discipline e attività che riportino uno stato di benessere ed equilibrio per cercare di sopravvivere nel marasma delle giornate lavorative infinite e frenetiche che qui sono diventate la norma. Tanti si stanno rendendo conto che la direzione intrapresa è alienante e che non possiamo sostenere ancora a lungo questo stile di vita, ma non riescono a cambiare la loro quotidianità e si arrendono convinti che tanto le cose oggi funzionano così.

Oltre ad essere incastrati in ritmi serrati siamo confrontati con la nostra mente, che vive in un flusso inarrestabile e costante di pensieri consci e inconsci. E più siamo stressati, più abbiamo cose da ricordare e più i pensieri girano vorticosi come le giostre e ci lasciano senza fiato. Ci si ritrova a vivere delle giornate senza nemmeno rendersi conto di come siano passate! Questo è un segnale che indica una modalità di esistenza in cui non siamo presenti a noi stessi e a ciò che stiamo vivendo. Tutto scorre e trascorre senza che lo viviamo appieno, perché siamo di fretta e completamente identificati con i nostri pensieri oppure totalmente proiettati in quello che dobbiamo fare dopo. Siamo più immersi nei rimuginamenti che nella vita vera e propria.

E allora come fare per vivere una vita con più leggerezza e maggiore serenità? Come possiamo liberarci dai pensieri ossessivi?

È molto complesso liberare la mente dal flusso di pensieri, proprio per come è strutturata è costantemente attiva. Quello che è possibile fare è dirigerla. Per poterlo fare ci sono vari strumenti utili, ma vediamo di approfondire la natura dei pensieri prima.

Da dove arrivano i pensieri?

Una delle cose che ci complica molto l’esistenza è l’identificazione che abbiamo con i nostri pensieri. Noi non siamo i nostri pensieri, i pensieri sono il prodotto di determinati meccanismi del cervello elaborati dalla mappa di convinzioni, credenze e schemi che ha accumulato dal giorno della nostra nascita. Noi siamo colui che osserva i pensieri, quindi abbiamo totale potere su di essi se lo vogliamo. Per la maggioranza, invece, sono i pensieri a dirigere e ad avere potere su di loro.

Con questa consapevolezza può giungere la disidentificazione dai pensieri, e di riflesso saranno percepite in modo diverso anche le emozioni provocando delle reazioni diverse.

Quando si è identificati con i propri pensieri le emozioni che ne risultano sono più pesanti e la loro forza è maggiore. Veniamo facilmente travolti dagli stati emotivi che ci portano fuori centro. Disidentificarsi dai pensieri e dalle emozioni significa accogliere i pensieri per quello che sono: un costrutto della mente, e non chi siamo davvero. Questo non va confuso con la negazione. I pensieri, le emozioni e le reazioni che viviamo sono parte di noi in quanto processi cerebrali, una volta il nostro senso del sé, di chi siamo, subisce un cambiamento: prima eravamo i pensieri, le emozioni e le reazioni; adesso siamo la consapevolezza, la Presenza cosciente che testimonia questi stati. Va di moda l’idea che per essere in pace bisogna liberarsi dall’ego. 

Ci si può liberare dall’ego?

Tante persone che intraprendono un cammino di crescita personale pensano “Un giorno sarò libero dall’ ego”. Ma da dove arriva questo pensiero? Proprio dall’ ego.

Fare in modo che l’ego non diriga la nostra vita non è un grosso lavoro, ma un lavoro molto piccolo. Tutto quello che bisogna fare è essere consapevoli dei propri pensieri ed emozioni nel momento in cui accadono. Questo non è realmente un “fare” ma un vigile “vedere”. Non c’ è nulla che si possa fare per liberarsi dall’ ego, ma non è nemmeno necessario farlo, anzi, è una parte di noi necessaria e utile, semplicemente bisogna ascoltarsi, osservarsi e ricordarsi che noi non siamo l’ego, l’ego è solo una piccola parte di noi. Quando avviene questo cambiamento, che implica uno spostamento dal pensiero alla consapevolezza, le emozioni, e perfino i pensieri si spersonalizzano. La loro natura impersonale è riconosciuta. Non vi è più senso del sé in essi. Sono solo emozioni umane, umani pensieri. Non costituiscono più la base della nostra identità. Siamo allora pienamente la luce della Presenza, la consapevolezza che viene prima, che osserva e che è più profonda di ogni pensiero ed emozione.

Uno degli strumenti classici che ci permette di essere in uno stato di presenza è la meditazione. Gli effetti benefici della meditazione sono riconosciuti da moltissimi studi scientifici e oggi tante persone dedicano del tempo quotidiano ad uno stato meditativo che permette loro di calmare la mente e di sentirsi più liberi e leggeri.

Per aumentare l’effetto liberatorio e calmante è possibile diffondere nell’ambiente una miscela di oli essenziali, l’aromaterapia è un metodo veloce ed efficace. Sempre per la presenza di oli essenziali calmanti è interessante anche utilizzare Bloom Pomade e spalmarne un velo sotto il naso, dietro alle orecchie, sulle tempie e sulla zona del cuore.

Ci sono, inoltre, due semplici esercizi che permettono di alleggerire il flusso affollato dei pensieri: recitare dei mantra e strofinare le mani.

Recitare dei mantra

Recitare dei mantra significa prendere possesso della mente e farla “lavorare” con l’obiettivo di infonderla di calma e frequenze elevate che portano benessere. Un mantra è una sillaba, una parola o una frase considerata sacra, che viene ripetuta più volte per ottenere dei potenti benefici psicofisici. Si tratta anche di una sorta di pulizia, di perdono e di accettazione, viene dato spazio a pensieri e parole che purificano piuttosto che ad elucubrazioni mentali pesanti che avvelenano la nostra psiche. È il caso, per esempio, di Ho’oponopono, un’antica pratica hawaiana per la riconciliazione, il perdono interiore, la cancellazione di memorie e pensieri negativi e la risoluzione dei conflitti. Simili pratiche di armonizzazione erano attuate nella zona insulare dell’Oceania, comprese Samoa, Tahiti e la Nuova Zelanda.

La pratica dell’Ho’Oponopono si basa su due concetti semplici, ma molto potenti: il perdono e l’accettazione.

Puoi iniziare ripetendo ad alta voce il mantra su cui si basa questa meditazione, ogni volta in cui ti trovi in una situazione spiacevole, ma anche tutte le volte che la tua mente è affollata (perdonando e accogliendo i tuoi pensieri):

Mi dispiace

Perdonami

Grazie

Ti amo (funziona anche con “Ti voglio bene”)

Il mantra ti permette di interiorizzare i concetti di perdono, gratitudine e accettazione, assumendoti tutta la responsabilità delle cose che accadono intorno a te, generate da te, in maniera conscia o inconscia.

Quando i pensieri si affollano … strofina le mani (tratto da “Zen – la via nobile della semplicità”)

Ogni volta che senti che ci sono troppi pensieri …e non riesci a fermarli … strofina entrambe le mani velocemente …

falle scaldare strofinando … e all’improvviso sentirai che la testa si è fermata … l’energia si muove nelle mani.

Anche per le persone che non riescono a dormire  questa è la migliore medicina, meglio di qualsiasi tranquillante. Basta chiudere gli occhi e strofinare le mani … e sentirai che diventano sempre più calde e più calde e più calde, attraverso lo sfregamento diventeranno più calde e attraverso la tua immaginazione diventeranno ancora più calde.

Quando le mani sono calde la testa diventa fredda. Queste sono le due polarità. Le mani dovrebbero essere calde e la testa dovrebbe essere fredda. Ma quando c’è troppo pensare … la testa sarà calda e le mani fredde. Questo non è salutare. Si va verso la follia. Verrà un momento in cui la testa inizierà a funzionare da sola senza legami con tutto il corpo. Questo significa follia: una parte è diventata autonoma, è diventata dittatoriale.

I maestri zen in Giappone continuano sempre a lavorare con le mani. I maestri sufi nei paesi maomettani continuano sempre a lavorare con le mani. Fare qualcosa con le mani è sempre bello. Porta l’energia della testa nel corpo. Se continui per anni a lavorare con le mani diventi senza testa.

La parte fisica della testa rimane, ma la parte energetica, la parte pensante scompare, … si diventa senza testa.

Articolo di Barbara Lupi

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