“Nel corso della vita il cervello maschile si formerà e riformerà secondo uno schema disegnato sia dai geni, sia dagli ormoni sessuali. E questa biologia del cervello è ciò che produce i tipici comportamenti maschili.”

Tratto da “Il cervello degli uomini” di Louann Brizendine, neuroscienziato americano, che in precedenza ha scritto anche il libro  “Il cervello delle donne”.

La neuroscienzata Louann Brizedine ha scoperto che il cervello maschile e quello femminile sono diversi. Gli uomini, per esempio, usano circuiti cerebrali alternativi rispetto alle donne per elaborare informazioni connesse a difficoltà emotive e i vari test con risonanza magnetica hanno evidenziato, per esempio, che nel maschio l’organo sessuale recepisce l’attrazione più rapidamente del cervello, a differenza della donna. Cosa significa? Lo scopriamo insieme in questo articolo che approfondisce le caratteristiche e il funzionamento del cervello maschile.

Se sei interessato/a ad approfondire anche il mondo del cervello femminile, invece, ti invitiamo a leggere il nostro articolo relativo qui:

“CONOSCIAMO MEGLIO IL CERVELLO DELLE DONNE”

Le scoperte scientifiche:

Con molti esempi concreti, tratti della sua lunga esperienza di neuropsichiatra, Louann Brizendine svela finalmente i segreti del cervello maschile, un cervello che non resta immutato dall’infanzia alla vecchiaia, ma che cambia come cambiano le stagioni della vita dell’uomo. Ne è un esempio la differenza significativa tra il cervello di un ragazzo nel periodo dell’adolescenza, e il cervello di un neopapà, addolcito da un’incursione di ormoni femminili, o quello di un innamorato o di un pensionato. 

Attraverso un consapevole esame delle varie fasi della vita del cervello maschile, ogni uomo può conquistare una maggiore comprensione delle proprie pulsioni più profonde e ogni donna può riuscire a guardare il mondo attraverso gli occhi di un uomo. 

Ti sei mai chiesto, per esempio, ciò che spinge un bambino, diversamente da una bambina, a esplorare fisicamente in modo attivo e dinamico l’ambiente che lo circonda?

Oggi, grazie ai risultati della neuroscienza, sappiamo che è principalmente dovuto ai geni del cromosoma Y!

Già durante lo sviluppo fetale, infatti, il cervello di un bambino si forma in due fasi che ne determinano alcune particolari caratteristiche: nella prima fase della gestazione, dall’ottava alla 18ª settimana, il testosterone prodotto dei suoi minuscoli testicoli mascolinizza il corpo e il cervello, formando i circuiti cerebrali che influenzeranno i comportamenti caratteristici che avrà durante le fasi della sua vita. Nella seconda fase della gravidanza poi, mano a mano che il testosterone impregna il cervello, cominciano a crescere alcuni circuiti cerebrali e se ne atrofizzano e spengono altri. Se analizziamo poi il primo anno di vita di un bambino, in quello che gli scienziati definiscono pubertà infantile, il cervello di un maschio è impregnato di un livello di testosterone alto quanto quello di un adulto, ed è proprio questo ormone che contribuisce a stimolare i muscoli e a far crescere e migliorare le sue capacità motorie.

Sono gli ormoni, diversi nelle donne e negli uomini, ad avere quindi un grande influenza nella nostra vita, un’influenza molto più grande di quanto comunemente siamo propensi a ricordare.

Ecco che, mentre i comportamenti maschili sono influenzati enormemente dal testosterone, quelli femminili dipendono inevitabilmente dall’estrogeno, dal progesterone, dall’ossitocina etc. 

Crescendo, le differenze fisiologiche tra bambini e bambine, diventano sempre più evidenti e non è un caso che, per esempio nel gioco, abbiano predisposizioni e preferenze spesso molto diverse. Solitamente i maschietti sono più propensi al movimento, alla competizione e alla motricità, mentre le femminucce, tendono a scegliere giochi in cui emerge il carattere della cooperazione e della cura. Questo è assolutamente normale.

L’influenza della pubertà e dell’aumento degli ormoni in adolescenza:

L’inizio della pubertà e dell’adolescenza rappresentano il vero e proprio spartiacque: da questo momento in poi, in relazione a vari ambiti della vita quotidiana e della sfera emotiva, uomini e donne prendono due strade che, per certi aspetti, sembrano (e in parte sono) diametralmente opposti. Basti sapere che, nel cervello maschile, lo spazio dedicato all’impulso sessuale è due volte e mezzo maggiore rispetto a quello delle donne.

Il miracolo di diventare padre:

Vi è una fase nella vita di un uomo in cui, pur non vivendo in prima persona un’esperienza biologica, egli va incontro a grandi cambiamenti ormonali cerebrali, quella del diventare padre. Essenzialmente, l’essere papà modifica l’uomo non solo per ragioni di ordine emotivo e personale, ma anche per ragioni naturali.

Nel cervello di un futuro papà diminuisce progressivamente il testosterone e aumenta la prolattina, e ciò accade soprattutto in quegli uomini particolarmente attivi nell’accudimento e nella cura della prole. Si parla, addirittura, per questo fenomeno, di gravidanza per simpatia. Ancora non si sa, però, se sia il cambiamento ormonale a rendere attento e amorevole il padre nei confronti del figlio o il contrario.

L’emotività negli uomini:

Uomini e donne hanno un approccio differente all’emotività. Quando una donna si abbandona a una crisi di pianto, spesso, in realtà, desidera che il suo compagno la consoli e la rassicuri in primo luogo. Al contrario, l’uomo tende a cercare una soluzione al problema, alla causa del pianto, mantiene quindi un approccio meno empatico e più razionale…e questo, sovente, provoca equivoci nella coppia o più in generale nella relazione tra uomo e donna.

Il cervello maschile segue una sua maturazione fisiologica in tutto l’arco della vita, quindi anche negli anni della maturità. Il calo dell’influsso ormonale in un certo senso lo “quieta”, rendendolo agli occhi di molte donne un compagno più desiderabile rispetto ad un giovane ancora in preda a tempeste ormonali.

Esistono chiare differenze in alcune aree specifiche: il cervello degli uomini presenta un maggior volume, in proporzione, dell’ amigdala (il cosiddetto centro delle emozioni) e dell’ipotalamo (la struttura che controlla e integra le funzioni del sistema nervoso autonomo e l’attività endocrina). Al contrario, il cervello delle donne presenta maggiore volume della corteccia prefrontale (la regione implicata nella pianificazione dei comportamenti cognitivi complessi, nella presa delle decisioni e nella moderazione della condotta sociale), dell’ippocampo (che rappresenta il principale centro di controllo delle emozioni e di formazione dei ricordi), così come delle aree cerebrali devolute al controllo del linguaggio.

Il cervello maschile presenta prevalenti connessioni di tipo intra-emisferico, mentre il cervello femminile mostra elevate connessioni inter-emisferiche.
Queste differenze suggeriscono che il cervello maschile possa essere strutturato in modo da favorire la connessione tra percezione e azione coordinata. Il cervello maschile dimostra inoltre una maggiore connettività a livello del cervelletto, una parte del cervello legata al controllo dei movimenti, e ha un’amigdala di dimensioni maggiori rispetto la donna. Nell’uomo l’amigdala è attivata prevalentemente da stimoli che causano aggressività, innescando una conseguente risposta di tipo motorio.

Secondo il Prof. David Geary, un ricercatore nel campo delle differenze di genere
dell’Università del Missouri, nei tempi antichi, ciascun sesso ha avuto un ruolo ben definito, che ha contribuito a garantire la sopravvivenza della specie. Gli uomini delle caverne si dedicavano alla caccia, mentre le donne raccoglievano il cibo vicino alle abitazioni e curavano i bambini . Le aree del cervello possono quindi essere state affinate per consentire a ciascun sesso di portare avanti il
loro compito nella maniera migliore. In termini evolutivi, lo sviluppo di superiori abilità di orientamento può aver permesso agli uomini di ottimizzare il loro ruolo di cacciatore, mentre lo sviluppo, da parte delle femmine, di una preferenza per i punti di riferimento e per le relazioni sociali può aver permesso loro di adempiere meglio al loro compito di raccogliere cibo e organizzare il gruppo familiare. (Fonte IL NOSTRO CERVELLO HA UN SESSO? di Michela Matteoli)

Tante sono le sfaccettature e le implicazioni di queste grandi scoperte scientifiche relative al nostro meraviglioso cervello, e tante ce ne saranno ancora in futuro. Quello che secondo noi è davvero importante è la conoscenza che ognuno di noi ha di sé stesso e del proprio modo di “funzionare”.

Comprendere che ormoni e genetica ci influenzano ogni giorno, riconoscere queste influenze e cambiarle consapevolmente, prendendo noi stessi le redini delle nostre pulsioni è ciò che può fare la differenza, oggi e sempre.

Se vuoi approfondire l’argomento ti suggeriamo il libro “Il cervello degli uomini” di Louann Brizendine.

Articolo di Stella Bellomo

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