Iniziamo questo articolo di approfondimento sull’alimentazione dei bambini e in particolare sul consumo di zuccheri raffinati con una domanda. Una domanda che siamo certe, molti genitori ed educatori si pongono ogni giorno.

Lo zucchero fa davvero male ai bambini?

Rispondere in maniera semplicistica di si o no a questa domanda risulterebbe superficiale e non darebbe una spiegazione dettagliata che invece, in questo caso, è molto importante approfondire.

Se è vero che nessuno, a cominciare dai bimbi, dovrebbe fare a meno del glucosio, fonte indispensabile di energia per le nostre cellule, nei prossimi paragrafi spiegheremo che…c’è zucchero e zucchero e che quello da evitare non ha niente a che vedere con un’alimentazione sana, naturale ed equilibrata.

Ti mostreremo quali sono gli zuccheri ‘buoni’ e quali invece gli zuccheri da evitare, ti spieghiamo il processo della glicemia, di dove si trovano gli zuccheri aggiunti e soprattutto parleremo del perché è così importante limitarne l’assunzione nei bambini… cominciamo quindi con il capire gli effetti dell’assunzione di zuccheri raffinati.

Gli effetti dello zucchero raffinato e dei dolcificanti:

Che il consumo di zucchero abbia effetti deleteri per la salute e il benessere del bambino e dell’adulto è stato ampiamente dimostrato dalla scienza, ma andiamo a vedere perchè è così dannoso e cosa provoca.

Per fare un esempio, è stata dimostrata la correlazione tra consumo eccessivo di zucchero e steatosi epatica. Lo zucchero introdotto in eccesso, infatti, viene immagazzinato e si trasforma poi in grasso.

Un consumo scorretto di zuccheri predispone i bambini che lo assumono a sovrappeso e obesità, ma non solo: i bambini che assumono troppi zuccheri a rapido assorbimento, tendono anche ad avere importanti cali di attenzione e di rendimento scolastico.

Lo zucchero aggiunto, infatti, stimola la produzione di insulina: si metabolizza istantaneamente ma, altrettanto rapidamente, la glicemia cala a picco e torna la fame. Questa condizione di ipoglicemia che può cogliere il bambino in mattinata, quindi, diventa molto dannosa anche per il profitto scolastico e per il benessere del piccolo nell’ambiente scuola e nelle relazioni. Inoltre, tutte le volte che la glicemia cala in modo improvviso e veloce, come quando si assumono zuccheri aggiunti, la conseguenza è che il bambino tende a diventare più irrequieto e mostra stati di agitazione.

Proprio per questo motivo è ancora più importante valutare di evitare assolutamente l’assunzione di zuccheri la sera, altrimenti si rischia che il bambino fatichi ad andare a letto, che abbia problemi ad addormentarsi e che dorma con una qualità di sonno meno efficace.

Inoltre, il consumo di grandi quantità di zucchero può anche avere ripercussioni negative sulla salute del nostro cervello – sia per quanto riguarda le funzioni cognitive, per esempio è stato dimostrato che danneggia la memoria e diminuisce la capacità di apprendimento,  che il benessere psicologico.

Quando una persona ingerisce degli zuccheri questi attivano le papille gustative sulla lingua e vengono inviati dei segnali al cervello che attivano i meccanismi propri della “ricompensa” e causano la produzione di ormoni associati a sensazioni di benessere, come la dopamina. Gli zuccheri scavalcano i meccanismi di ricompensa del cervello e se quest’attivazione è frequente subentra una vera e propria dipendenza da zucchero, la persona non riesce più ad attivare queste sensazioni benefiche in altro modo.

Mangiare zucchero raffinato inoltre danneggia le ossa, i denti (alto rischio di carie) e il fegato aumentando significativamente il rischio di sviluppare disfunzioni epatiche, tanto quanto un abuso di alcol (steatosi, cirrosi, tumori epatici). 

Tutte queste problematiche sono poi aggravate dalla capacità dello zucchero di creare una vera e propria dipendenza, sia dal punto di vista fisiologico (tanto zucchero richiede tanta insulina per essere smaltito e questa, abbassando bruscamente la glicemia richiede al nostro cervello altro cibo) sia da quello psicologico, poiché spesso purtroppo si abituano erroneamente i bambini a vedere i dolci come una ricompensa (sei stato bravo ti compro il gelato, se metti in ordine ti do un cioccolatino). 

Inoltre, proprio perchè lo zucchero fornisce calorie vuote, e apporta tante calorie senza dare sazietà, è ancora più facile abusarne. Per fare un esempio pratico, un bambino può fare merenda con un piccolo panino ed essere sazio per tutto il pomeriggio, oppure mangiare una grande quantità di dolciumi senza però saziarsi.

Se si parla di alimentazione nei bambini, infatti, la misura di assunzione in fatto di zuccheri raffinati aggiunti deve essere di molto inferiore rispetto a quella di un adulto. Nei primi anni di vita, addirittura inesistente.

Fonte dott. Gianfranco Trapani, medico Pediatra esperto in nutrizione.

Zuccheri naturali e zuccheri aggiunti: qual è la differenza?

Nel panorama di alimenti attuale possiamo trovare 2 tipologie di zuccheri: 

  1. Zuccheri naturali: ovvero quelli presenti nel cibo come nella frutta, in molte verdure, nel latte e nei cereali.Per ottenere buone prestazioni fisico-mentali, bisogna dare giusto peso all’alimentazione. Molti sanno che l’energia che il corpo assume proviene dal cibo. Il glucosio, zucchero monosaccaride, rappresenta infatti nutrimento prezioso per le cellule dei neuroni, del sistema immunitario, dei reni. I neuroni del cervello infatti, in condizioni normali, non possono funzionare con meno di 100 – 120 g quotidiani di glucosio. Ecco perché quest’ultimo viene chiamato anche il “cibo del cervello”.  
  1. Zuccheri aggiunti: sono gli zuccheri presenti nei dolci, nei preparati alimentari, nei succhi di frutta, nelle merendine, nei biscotti ecc.Quello che comunemente viene chiamato zucchero aggiunto, infatti, è il saccarosio, uno dei tanti zuccheri semplici esistenti: glucosio, fruttosio, galattosio, maltosio, saccarosio e lattosio. Sebbene sia il più noto, il saccarosio non è l’unico nemico della nostra salute.Dove troviamo questi zuccheri? Il comune zucchero bianco non è il solo alimento che li contiene, ma sono presenti anche nella frutta (fruttosio) e di conseguenza in succhi di frutta e marmellate, nel miele, nelle bibite dolci, in prodotti già pronti anche se non sono dolci, nel latte e nei latticini ed in quantità variabile anche nei farinacei.

    I carboidrati si distinguono in semplici e complessi. 

  • complessi o polisaccaridi quali pane, pasta, patate, riso
  • semplici o monosaccaridi come il glucosio e il fruttosio (contenuto nella frutta) e disaccaridi come il saccarosio (zucchero da cucina) e il maltosio.
    Le categorie presentano tra loro delle diversità sia dal punto di vista chimico che nutrizionale.  La nostra dieta deve comprenderle entrambe, ma spesso tende ad essere troppo ricca di quelli più svantaggiosi per la salute.

Fonte pianetamamma.it

Dove si trova lo zucchero?

Lo zucchero è contenuto pressoché ovunque, in quasi tutto ciò che mangiamo. Per questo motivo, diventa sempre più importante acquisire una consapevolezza tale da poter riconoscere gli alimenti sani e di qualità dai cibi ricchi di quelle che i nutrizionisti definiscono calorie “vuote” (ovvero calorie che non nutrono il nostro corpo ma ingrassano e sono poco positive per la nostra salute).

Indice glicemico: cos’è?

Lo zucchero può arrivare nel nostro piatto ed essere assimilato in forme molto diverse.

Come distinguere tra gli alimenti che contengono zuccheri buoni, convenienti da consumare, e zuccheri cattivi da evitare? Ecco che viene in aiuto l’indice glicemico!

La concentrazione di glucosio nel sangue viene chiamata glicemia, il cui aumento o abbassamento ha effetti immediati sull’organismo. L’innalzamento glicemico che ha luogo dopo i pasti è collegato ad un miglioramento delle prestazioni nelle ore immediatamente successive. Mentre dei bassi livelli sono indice di stanchezza e rallentamento.

L’indice glicemico permette di classificare i cibi ricchi in carboidrati in base al loro effetto sulla glicemia, e cioè in base alla loro capacità di modificare i livelli di glucosio nel sangue dopo essere stati consumati.

Un indice glicemico basso, per esempio intorno a 50, è proprio dei carboidrati a lento assorbimento, e quindi a lento rilascio di glucosio nel sangue, mentre un indice glicemico alto, sopra i 100, è indice di rapido assorbimento, e quindi di alti picchi glicemici. Questi sono quelli che si definiscono zuccheri cattivi.

Va da sé che gli alimenti da preferire sono quelli a non rapida assimilazione, dunque quelli che non innalzano in modo abnorme né la glicemia, né i tassi di insulina nel sangue. A questa categoria di cibi appartiene la maggior parte delle verdure e della frutta.

Ci sono delle eccezioni nelle verdure, come per esempio: le patate, la zucca, le barbabietole e le carote; che hanno un indice glicemico piuttosto alto e che quindi, nonostante siano importanti nella nostra alimentazione, non andrebbero abusati. Oppure ancora bisogna tenerne conto per evitare abbinamenti che vadano ancor più in una direzione di indice glicemico alto.

E ci sono delle eccezioni anche nella frutta, come la banana, il caco, alcuni tipi di frutta esotica e secca, le uvette e i fichi.

La cosa migliore è scegliere il più possibile quei cibi che hanno un basso indice glicemico, in grado di mantenere la glicemia più stabile, in special modo è utile ritenere che le conseguenze negative derivano proprio dall’oscillazione e dai picchi della glicemia.
Fonte technogym

In quali alimenti si trova lo zucchero aggiunto?

Lo zucchero non si trova solo nei prodotti dolciari in generale, nelle caramelle, nei biscotti, nelle bevande come succhi e bibite gassate e nelle merendine per bambini.

Lo zucchero aggiunto si trova in moltissimi alimenti preconfezionati e precotti come i bastoncini di pesce o le cotolette di pollo per esempio, nello yogurt, in alcuni prodotti da forno salati. Sembra strano ma è così! Basta leggere con attenzione la lista degli ingredienti per rendersene conto.

Per quale motivo viene aggiunto zucchero raffinato in piccole quantità in prodotti alimentari in cui apparentemente non sarebbe necessario?

Lo zucchero viene ‘nascosto’ in prodotti nei quali non penseremmo mai che può essere presente per creare dipendenza in chi li consuma. Lo scopo è quello di introdurre nelle ricette di prodotti industriali come quelli elencati precedentemente, una quantità di zucchero tale da non essere avvertita al palato, ma sufficiente da creare dipendenza nel consumatore, piccolo o grande che sia.

A questo punto la cosa più importante da capire è come poter diminuire le quantità di zucchero assimilate giornalmente; come poter gestire la controtendenza che ci propongono i grandi magazzini, i mass media e tutte le pubblicità che influenzano noi e i nostri bambini…

Trovi degli spunti e le risposte a queste domande nell’articolo “Come limitare gli zuccheri?”
Articolo di Stella Bellomo e Barbara Lupi

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