Viviamo in una società in cui l’alcol fa parte della cultura in modo così profondo che viene ritenuto assolutamente normale il suo consumo giornaliero.

Nonostante l’aumento della divulgazione da parte di medici e vari enti, anche l’assunzione di alcol in gravidanza o durante l’allattamento vengono sottovalutati. Invece, a oggi, non si conosce la quantità di alcol che si può consumare in gravidanza senza alcun rischio per il nascituro, il consiglio per le donne incinte e per quelle che cercano di avere un bambino, quindi, è di non bere alcol.

L’usanza di un buon bicchiere di vino che accompagna il pasto, il costume di concedersi l’aperitivo dopo il lavoro, l’abitudine di brindare alle feste e durante gli eventi importanti con degli alcolici, … tutto questo viene considerato come assolutamente normale e di conseguenza viene perso di vista l’effetto devastante che l’alcol può avere sul nostro corpo, sulla nostra salute e sulla salute e sviluppo dei bambini.

La maggior parte delle persone ignora la reale pericolosità dell’assunzione di alcol durante la gravidanza e durante l’allattamento.

Anzi, secondo la tradizione popolare, per esempio, il consumo della birra, e in minor misura del vino, favorirebbero la produzione del latte.

Ebbene, non è così!

Purtroppo, molti non sanno che l’alcol, così come altre sostanze, arriva al latte materno ed è “bevuto” dal bambino, con conseguenze diverse.

L’alcol è una sostanza psicotropa e provoca danni diretti e indiretti alle cellule di molti organi, in particolare al fegato e al sistema nervoso centrale.

Nel bambino l’azione dell’alcol danneggia lo sviluppo fisico e mentale, in quanto provoca una crescita anomala dei tessuti e degli organi, con alterazioni strutturali e funzionali.

Con questo articolo desideriamo portare una maggiore informazione e un approfondimento che permettano di capire come mai l’alcol andrebbe assolutamente bandito durante queste fasi delicate per il bambino, prima feto e poi lattante.

Perché bisogna evitare l’assunzione di alcol in gravidanza?

È bene sapere che in gravidanza l’assunzione di bevande alcoliche, anche in minima quantità, può comportare un danno fetale, che può essere di varia entità, in relazione a diversi fattori, quali:

  • lo stadio della gravidanza
  • la quantità di alcol consumata dalla mamma
  • la frequenza e la tipologia del consumo.

Le conseguenze più gravi e clinicamente riconoscibili si riscontrano nei casi di abuso, naturalmente, ma anche una minima quantità potrebbe essere sufficiente. Questo perché l’alcol ingerito dalla madre giunge dopo pochi minuti nel sangue del feto, ma il feto non può metabolizzare l’alcol perché è privo degli enzimi adatti a questo compito, di conseguenza l’alcol ed i suoi metaboliti si accumulano nel suo sistema nervoso e in altri organi danneggiandoli.

Anche piccole dosi di alcol possono determinare nel tempo problemi cognitivi e comportamentali nel bambino.

È stato dimostrato, per esempio, che il consumo in gravidanza di 1-2 unità alcoliche al giorno è associato a possibili disturbi dell’attenzione, di apprendimento e dello sviluppo socio-emozionale.

L’unità alcolica (UA) corrisponde a 12 grammi di etanolo, quantità approssimativamente contenuta in una lattina di birra (330 ml), mezzo bicchiere di vino (125 ml) o un bicchierino di liquore (40 ml), alle gradazioni tipiche di queste bevande.

Inoltre, è davvero molto importante sapere che il consumo di elevate quantità di alcol (di solito 4-5 o più unità alcoliche) in un arco di tempo molto ravvicinato (binge drinking) risulta essere molto pericoloso, sicuramente più del consumo della medesima quantità in un arco di tempo dilazionato.

Gli effetti dannosi dell’alcol sono gli stessi durante tutta la gravidanza?

No, non sono gli stessi.  In base al periodo di gravidanza in cui ci si trova, infatti, c’è una diversa vulnerabilità fetale al danno alcolico e gli effetti dannosi sullo sviluppo si manifestano maggiormente nelle prime settimane di gravidanza.

L’azione tossica dell’alcol è presente comunque durante tutta la gravidanza.

L’assunzione dell’alcol anche saltuariamente dovrebbe essere evitata in gravidanza in quanto attualmente non esiste nessuna evidenza scientifica su una quantità certa sicura per il feto.

Non consumare bevande alcoliche è la scelta più sicura per la salute del futuro bambino.

Che cos’è il Disturbo dello spettro fetale alcolico?

Il termine Disturbo dello spettro fetale alcolico descrive una serie di effetti che si possono manifestare nelle persone le cui madri hanno consumato bevande alcoliche durante la gravidanza.

Il termine Fasd non identifica una diagnosi specifica, ma include una gamma di differenti manifestazioni cliniche che si manifestano in un ampio spettro di alterazioni fisiche, cognitive e comportamentali a breve e a lungo termine. Queste alterazioni possono comportare danni neurologici, basso peso alla nascita, ritardo dello sviluppo psicofisico, malformazioni.

Da un punto di vista cognitivo e comportamentale, si possono verificare difficoltà di memoria e di apprendimento, difficoltà di attenzione e della capacità di giudizio, difficoltà del linguaggio e disadattamento sociale. La forma clinicamente più riconoscibile di Fasd è la Sindrome alcol-fetale.

Cos’è la Sindrome alcol-fetale (Fas)?

Fonte genitoripiù

La Fas è riscontrata nei figli di donne che abusano di alcol. La Sindrome alcolica fetale è caratterizzata dalla presenza di alterazioni fisiche e mentali, quali:

  • Ritardo nella crescita prenatale e/o postnatale;
  • Danni del sistema nervoso centrale (alterazioni neurologiche, ritardo nello sviluppo mentale con deficit intellettivi e comportamentali);
  • Malformazioni craniofacciali caratteristiche (microcefalia, epicanto, fessure oculari strette, strabismo, naso corto e piatto, labbro superiore sottile, solco naso-labiale piatto, fronte alta e stretta, ipoplasia mascellare e mandibolare).
  • Inoltre, possono manifestarsi malformazioni congenite di tipo scheletrico, cardiaco, urogenitale, oculare, uditivo.

Quali sono le situazioni in cui l’Oms raccomanda l’astensione completa dal consumo di bevande alcoliche?

  • Se si ha meno di 16 anni di età
  • Se è stata programmata una gravidanza
  • Se si è in gravidanza o si sta allattando
  • Se si assumono farmaci
  • Se si soffre di una patologia acuta o cronica
  • Se si è alcolisti
  • Se si hanno o si sono avuti altri tipi di dipendenza
  • Se si è a digiuno o lontano dai pasti
  • Se ci si deve recare al lavoro o durante l’attività lavorativa
  • Se si deve guidare un veicolo o usare un macchinario”
(da: Iss – Osservatorio nazionale alcol Cnesps)

Bere alcol in allattamento può ridurre le capacità cognitive del bambino:

Anche bere alcolici durante l’allattamento può ridurre le capacità cognitive del bimbo.

Un nuovo studio, pubblicato recentemente sulla rivista Pediatrics, si concentra proprio sulle conseguenze dell’alcol che arriva al piccolo attraverso il latte materno.

Il team di ricercatori della Macquarie University in Australia ha esaminato 5.107 bambini, a partire dal 2004. I piccoli sono stati valutati una volta ogni due anni fino all’età di 11 anni e alle madri è stato fornito un questionario elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in merito al consumo di alcol e il fumo di sigarette durante l’allattamento.

I bambini, in ciascuna delle visite, sono stati testati nel ragionamento non verbale, il vocabolario e le abilità cognitive. I risultati hanno mostrato che i figli di madri che avevano un consumo maggiore di alcol durante l’allattamento al seno avevano punteggi di ragionamento non verbale più bassi.

Mentre il problema non era riscontrato tra figli di madri che hanno consumato alcol durante l’allattamento ma che non erano stati allattati al seno. Le basse capacità cognitive verificate intorno ai 6-7 anni venivano comunque compensate dal momento in cui i bambini avevano 10 o 11 anni di età, probabilmente, ipotizzano i ricercatori, grazie alla compensazione dovuta all’aumento dei livelli di istruzione e degli stimoli ambientali.

Non consumare bevande alcoliche è senza alcun dubbio la scelta più sicura per la salute del neonato, nel caso, però in cui la mamma abbia assunto 1-2 unità alcoliche, deve aspettare almeno 2-3 ore prima di allattare.

Articolo di Stella Bellomo e Barbara Lupi

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