Il colon è stato destinato dalla natura alla funzione di eliminare quanto più rapidamente rifiuti e sostanze tossiche del cibo.
Il nostro corpo è una macchina perfetta, che richiede carburante di qualità e che ha un sistema di pulizia e purificazione, per garantire un’ambiente sempre efficiente e al massimo delle sue potenzialità. Le tossine possono derivare da ciò che ingeriamo, ma anche da quello che viviamo: i pensieri, le emozioni, l’umore, … sono tutti potenziali tossine che avvelenano l’ambiente in cui sono immerse le nostre cellule.

Per una salute e una vitalità ottimali gli studi dimostrano che sono indispensabili in special modo tre condizioni: nutrienti di qualità, movimento e ambiente pulito. Con queste condizioni il nostro corpo si rinnova costantemente al meglio delle sue potenzialità ritardando l’invecchiamento.

I segreti di una lunga vita:

Ci sono popoli che hanno un’aspettativa di vita media che supera i 100-110 anni, come per esempio gli Hunza. La longevità degli Hunza rispetto alla maggior parte dei popoli è una realtà accertata. Il primo uomo ad interessarsi a questa straordinaria popolazione è stato il colonello dell’esercito britannico e anche naturalista John Biddulph, che ha scritto il libro dal titolo “Tribes of the Hindoo Kush”, pubblicato nel 1880. All’interno del suo libro si preoccupa di raccontare le tradizioni e le abitudini di questo popolo. Ma soprattutto non dimentica di citare il loro aspetto. Bello, sano e forte.

Qual è il segreto nascosto dietro a questa sorta di invecchiamento ritardato? A quanto pare il loro segreto risiede nella natura del loro stile di vita: il territorio in cui si trovano li obbliga ad un costante esercizio fisico, hanno una grande attenzione alla pulizia, la loro dieta è varia, ma soprattutto è ricca di nutrienti. Alcuni studi medici tra cui quello del medico statunitense Alexander Leaf, pubblicato sul National Geographic nel 1973, spiega che il motivo per cui gli Hunza sono piuttosto sani e longevi lo devono a tutto quello che non mangiano (e che intossicherebbe i loro corpi come molte sostanze che siamo abituati ad assumere alle nostre latitudini, tipo: conservanti, cibi raffinati, emulsionanti, coloranti, zuccheri,…).

Altri studi hanno dimostrato che le nostre cellule sarebbero immortali. Alcuni ricercatori sono riusciti a tenerle in vita per un tempo indefinito. Nel nostro corpo, però, succede qualcosa che le fa invecchiare. Lo “usiamo male” e lo intossichiamo.

“La cellula è immortale. È semplicemente il fluido nel quale galleggia che si degrada.” Sono le parole del medico francese Alexis Carrel, premio Nobel per la medicina.

Carrel è riuscito infatti, presso i laboratori del Rockfeller Institute for Medical Research di New York, a mantenere vivo il cuore di un pollo per 30 anni. 10 volte di più di quanto normalmente viva. I due meccanismi chiave che hanno caratterizzato questo esperimento sono stati: alimentare la cellula con i nutrimenti specifici e pulire l’ambiente in cui la cellula vive dalle scorie del suo metabolismo.

Cosa si può fare per essere in salute e più vitali?

Max Gerson è un medico tedesco che negli anni ’20 ha sviluppato un metodo per trattare condizioni patologiche degenerative che si svilupperebbero in presenza di cambiamenti nel metabolismo cellulare a causa dell’accumulo di sostanze tossiche nell’organismo. La produzione di ulteriori tossine da parte della malattia sovraccaricherebbe il fegato di lavoro. Inoltre, Gerson asserisce che in presenza di malattie gravi quasi sempre coesiste nelle cellule del corpo malato una presenza eccessiva di sodio e una troppo bassa di potassio, ulteriore causa di danni ai tessuti e di organi indeboliti. L’obiettivo della terapia Gerson è ripristinare il corpo in salute riparando il fegato e riportando il metabolismo allo stato normale.

Il metodo Gerson prevede una combinazione di dieta salutare ricca di alimenti vivi e nutrienti essenziali, movimento salutare e disintossicazione attraverso i clisteri di caffè. La procedura del clistere di caffè venne scoperta durante la Prima guerra mondiale da un’infermiera che lavorava in un ospedale da campo. In assenza di medicinali, questa infermiera faceva clisteri con liquidi caldi come il caffè. I risultati erano sorprendenti.

“Uno studio del 1982 fatto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (NRC) ha mostrato che clisteri di caffè hanno il potere di ridurre la tossicità sistemica fino al 700 per cento. Questo avviene perché la caffeina e altre sostanze benefiche presenti nel caffé – quando non consumate per via orale e quindi diluite dal tratto digestivo – lavorano sinergicamente per stimolare direttamente il fegato e aumentare la produzione di glutatione S-transferasi (GST), un potente enzima disintossicante che, legandosi con le tossine, ne aiuta l’eliminazione.“- Angela Doss

Anche il medico e cardiologo Israeliano Nader Butto, nel suo libro Medicina Universale e il Settimo Senso, consiglia i clisteri di caffè, per ottenere una buona pulizia intestinale, aumentare il tono muscolare del colon e la sua azione peristaltica, aiutare il fegato nel processo di detossificazione del sangue e aumentare lo stato vitale di tutto l’organismo. Nader Butto considera il clistere di caffè come mezzo di purificazione dell’intestino, del fegato e della vescica biliare, ma soprattutto un mezzo di carica energetica per tutto il corpo.

Inoltre, ci sono una serie di caratteristiche che contribuiscono a differenziare ulteriormente i Farmers Market dai mercati tradizionali già presenti nelle nostre città:

Cosa sono i clisteri di caffé?

I clisteri di caffè sono una pratica terapeutica alternativa, per la pulizia del colon, che prevede l’introduzione di una soluzione di caffè nell’intestino attraverso l’ano. 

Vengono effettuati con l’ausilio di un enteroclisma da viaggio. È una procedura che richiede un po’ di tempo in quanto la miscela di acqua e caffè va preparata al momento e deve raffreddare fino a raggiungere la temperatura di massimo 40°, è necessaria poi una ritenzione del clistere di 15 minuti, passati i quali si svuota nel water. È consigliabile concedersi 20 minuti per scaricare completamente.

In genere sono consigliati 1-2 clisteri alla settimana, ma in casi gravi, dove la vitalità è davvero molto bassa, possono essere effettuati anche tutti i giorni.

Quali avvertenze e precauzioni?

Il clistere di caffè è consigliato per moltissimi disturbi e problematiche, si richiede di fare attenzione solo nei casi in cui si soffra di sintomi legati all’eccesso di tensione, come l’ipertensione arteriosa, colite ulcerosa, morbo di Chron o colon irritabile. In questi casi si può sostituire il caffè con tè di camomilla che carica il sistema da una parte e lo rilassa dall’altra.

Come preparare un clistere di caffé?

Servono:

  • 1 L ½ di acqua minerale (oppure un’acqua di rubinetto molto buona, di montagna)
  • 1 pentola di acciaio inossidabile
  • 3 cucchiai di caffè macinati al momento (caffè in chicchi biologico se possibile)
  • 1 enteroclisma da viaggio
  • 1 colino o una calza per filtrare il caffé

Procedimento:

  • Far bollire un litro e mezzo di acqua minerale in un tegame di acciaio inossidabile (non di alluminio o di teflon), aggiungere quindi 3-4 cucchiai di caffè e lasciare bollire a fuoco basso per 7 minuti, spegnere il fuoco e lasciarlo raffreddare fino a che raggiunge i 39°- 40°C.
  • Fare un po’ di attività fisica e svuotare l’intestino in maniera naturale prima di eseguire il clistere
  • Filtrare il liquido ottenuto con una calza o con un colino, mettere il caffè dentro il contenitore per enteroclisma e appenderlo ad una certa altezza dal corpo, in maniera tale che il caffè fluisca nel colon per forza di gravità.
  • Introdurre il tubo del clistere con il rubinetto di plastica chiuso, inclinare il busto in avanti e aprire il rubinetto e lasciare entrare il caffè dolcemente attraverso il retto senza pressione ma solo tramite la forza di gravità. Nel caso in cui si provochi un’eccessiva stimolazione a defecare, si chiuda il rubinetto, si fa qualche respirazione profonda per un minuto, fino alla completa discesa del liquido nell’intestino.
  • Sdraiarsi quindi per terra su un asciugamano, tenendo inizialmente le gambe in alto e poi coricarsi sul lato destro in posizione fetale e mantenere il caffè per almeno 15 minuti. Sarà importante trovare la propria posizione comoda per trattenere il caffè.
  • Se si avvertono forti stimoli anche al minimo movimento è consigliato rimanere col busto piegato in avanti ed esercitare delle forti contrazioni di chiusura del perineo ad ogni forte stimolo accompagnandole a profonde inspirazione ed espirazioni, sempre cercando di mantenere il caffè all’interno per almeno 15 minuti.
  • Svuotare nel water e prolungare la seduta per almeno 20 minuti.
  • Durante la procedura può aiutare molto ricreare un ambiente caldo, con essenze di lavanda e della musica rilassante.
  • Dopo aver completato la procedura del clistere di caffè è importante bere un estratto di verdure e praticare attività fisica anaerobica durante la stessa giornata, meglio se circa mezz’ora dopo aver fatto il clistere.

Perché questa procedura aumenta la vitalità?

Il clistere di caffè fondamentalmente porta energia di tensione, questa energia permette alle persone con vitalità bassa di avere l’energia per fare quello che in genere non fanno, in special modo offre l’energia necessaria a fare movimento anaerobico. L’esercizio anaerobico crea ATP e di conseguenza porta molta vitalità.

La procedura, quindi, per essere davvero efficace richiede che vengano fatte entrambe le cose: l’enteroclistere prima e l’esercizio anaerobico poi. Bere centrifugati, inoltre, apporta antiossidanti e ulteriore vitalità al fisico per contrastare al meglio i radicali liberi, presenti in quantità troppo alta nelle persone con bassa vitalità e che presentano stress, malattie gravi e/o depressione.

Articolo di Stella Bellomo e Barbara Lupi

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