Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita. (Confucio)

Che frase meravigliosa è questa, ma soprattutto che frase lungimirante e piena di possibilità positive! Del resto, lavorare fa parte (una parte importante) della quotidianità della maggior parte delle persone e questo non è da sottovalutare nella considerazione della qualità del proprio benessere individuale e collettivo. Se al lavoro stai bene, se al lavoro sei motivato, rispettato e soddisfatto di quello che stai facendo, anche la tua vita ne sarà influenzata. 

Se è vero che il lavoro occupa buona parte del nostro tempo, perché allora non desiderare e poi realizzare una professione, occupazione o attività che amiamo, che ci appassiona davvero, che porta benessere non solo a noi, ma anche ai nostri cari, a chi ci circonda e al mondo intero?

Ci hai mai pensato? Pensi che sia possibile? 

Noi siamo convinte che lo sia, possibile. Non solo, pensiamo che possa esserlo per chiunque scelga la strada della felicità nella propria vita.

Steve Jobs ha detto: “L’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.”

Non accontentarti, continua a cercare…

Senza pensarci troppo, ti chiediamo di rispondere a questa semplice domanda:

Fai parte della moltitudine di persone che ha fatto di quella frase di Confucio la propria realtà lavorativa?

Se la risposta è sì e ti fa piacere condividerla con noi, ci piacerebbe conoscere la tua storia professionale e come hai realizzato il tuo sogno lavorativo. Se la risposta è no, speriamo di darti, con questo articolo, nuovi spunti, energia e prospettive per cambiare la tua situazione lavorativa attuale e di trovare quello che fa gioire la tua anima e illuminare il tuo sguardo!

Non è mai troppo tardi, i limiti sono solo mentali, è sempre il momento giusto per seguire il cuore… Speriamo, quindi, di aiutarti a trovare quella spinta che ti permetta di decidere di scegliere quel lavoro che ami al punto da non farti sentire di lavorare un solo giorno della tua splendida vita!

Spesso ci siamo chieste: come sarebbe un mondo in cui “lavoro” significa soddisfazione personale e professionale, libertà economica, gentilezza e gioia di creare? 

Non sarebbe un mondo molto più piacevole per tutti noi?

Assolutamente si! E la cosa più bella è che è possibile!

Il mondo del lavoro è evoluto negli anni:

Questi ultimi decenni, in particolare, sono stati caratterizzati da un radicale cambiamento del sistema lavorativo; ci si è interrogati e ci si interroga sempre di più sul significato e sul valore del lavoro. È cambiata la nostra consapevolezza riguardo la sfera lavorativa, siamo cambiati noi. Le condizioni lavorative nei paesi industrializzati si sono evolute, non ci sono dubbi, sempre più rapidamente, e con esse il modo stesso di lavorare, portando il livello di benessere a uno step di inequivocabile miglioramento. È anche vero, però, se guardiamo l’altra faccia di questa medaglia, che sono cambiati i ritmi di lavoro e soprattutto gli orari e i tempi che mediamente ognuno di noi dedica alla propria professione, sia essa autonoma o come dipendente. 

Il mondo economico viaggia molto, molto più velocemente di un tempo e sebbene siano stati fatti incredibili passi in avanti per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e gli stipendi, i giorni di ferie e la maternità/paternità, oggi si lavora mediamente molto di più che un tempo, ma soprattutto si lavora in modo più impegnativo relativamente al livello di stress al quale si è sottoposti. Sono cambiate le mansioni e spesso le professioni di oggi sono fisicamente meno faticose che un tempo, ma gli orari lavorativi si sono dilatati e con essi l’impegno richiesto. 

Un tempo, per esempio, senza andare troppo lontano, nel giorno della domenica nessun esercizio commerciale restava aperto. La domenica era per consuetudine un giorno di festa, il giorno della settimana dedicato al riposo, alla famiglia, allo svago. Oggi, invece, non è più così. Oggi tante famiglie non possono trascorrere la domenica insieme perché uno dei genitori, o entrambi magari, lavorano, e questo è considerato normale. 

Senza contare il grandissimo cambiamento che ha comportato la tecnologia! Reperibilità! Questa parola, o meglio, questo stile di vita, ha trasformato il mondo lavorativo di moltissime persone. Quasi tutti i lavoratori dipendenti hanno ormai in dotazione un cellulare aziendale, un computer aziendale e questo non permette loro di staccare davvero quando non sono sul posto di lavoro, praticamente mai. È davvero necessario?

Vivere per lavorare o lavorare per vivere?

Se da una parte è fondamentale per il proprio benessere trovare e svolgere un lavoro che piaccia davvero, un ambiente professionale che traspaia ispirazione e gentilezza, dall’altra è altrettanto importante poter avere la possibilità di staccare davvero e di potersi dedicare al 100% a sé stessi e alla propria famiglia e crescita personale.

Purtroppo oggi capita l’esatto contrario per la maggioranza delle persone: il troppo lavoro è diventato una routine per molti. Deriviamo da una generazione convinta che lavorare molto ed essere dediti al lavoro quasi in modo sacrificale fosse lodevole. Oggi ci rendiamo conto, invece, che quando il lavoro diviene la principale ragione di vita stiamo dimenticando noi stessi e perdiamo di vista i nostri bisogni e desideri. In questo caso, l’esistenza perde gradualmente il suo significato e le persone si sentono sempre più frustrate e tristi, fino a diventare vuote con conseguenze anche a livello di salute fisica e mentale.

Stessa attenzione va posta anche all’ambiente di lavoro e alla collaborazione:

Inoltre, un aspetto che si dovrebbe tenere in maggiore considerazione, è la persona come tale. Il rispetto di un collaboratore, per esempio, presuppone alla base del rapporto stesso, la consapevolezza del fatto che la sua vita personale possa influenzare quella professionale, e che, sebbene abbia dei doveri nei confronti dell’azienda, o del datore di lavoro, è anche vero che possono esserci momenti della vita in cui si ha bisogno di un sostegno e non di una pretesa di maggior impegno lavorativo. Equilibrio, diligenza, dedizione e affidabilità sono una strada a doppio senso che entrambi, datore di lavoro e collaboratore devono percorrere. 

Ti è mai capitato di sbagliare qualcosa al lavoro? Di commettere senza volerlo un errore? Una dimenticanza? Una mancanza? Probabilmente si. E come ti sei sentito? Come ha reagito il tuo responsabile? 

Crediamo che se alla base di qualsiasi rapporto di collaborazione professionale tra due o più individui ci sia totale e incondizionato rispetto, ci dovrebbe sempre essere la capacità e soprattutto la volontà di comunicare gentilmente e con pazienza un errore o una mancanza a chi lo ha commesso. 

Se sei un datore di lavoro, ricorda sempre questo aspetto quando, anche a ragione, dovrai riprendere un tuo collaboratore. 

Se sei un lavoratore dipendente invece, ricorda che hai diritto di essere trattato sempre con quel rispetto e quella gentilezza che sono alla base di un rapporto sano e costruttivo, lo sei, meritevole, anche quando sbagli. 

L’ambiente lavorativo, le persone con cui trascorri il tuo tempo e ciò che fai sono davvero molto importanti per te e se desideri una realtà professionale in cui ti realizzi come individuo ed esprimi il meglio di te, non accontentarti, continua a cercare.

Articolo di Stella Bellomo e Barbara Lupi

Potrebbero interessarti anche gli articoli:

Piaciuto l'articolo? Iscriviti alla nostra Newsletter

Piaciuto l'articolo? Iscriviti alla nostra Newsletter

Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere le ultime notizie e aggiornamenti dal nostro Bloom & Blog.

Ti sei iscritto con successo!

Pin It on Pinterest

Share This