Le costellazioni familiari sono un metodo terapeutico che abbraccia la teoria della psicologia sistemica e sono atte a risolvere e sciogliere situazioni e relazioni irrisolte nel primo sistema di appartenenza di ogni individuo: la famiglia.

Sono uno strumento che permette di affrontare, comprendere, integrare e trasformare diversi aspetti della vita, attraverso delle rappresentazioni che riflettono i meccanismi e le dinamiche dei sistemi in cui siamo immersi. Possono essere applicate a tutti gli aspetti dell’esistenza, dalle disarmonie nelle relazioni alle questioni di salute, dalla carriera alla risoluzione di questioni pratiche. Sono molto utili nell’affrontare quei temi che tornano ciclicamente, che si ripresentano nonostante si sia già lavorato su di sé per elaborarli, in quanto spesso gli schemi che si ripetono sono strettamente connessi a blocchi o problematiche sistemiche.

La psicologia sistemica:

La psicologia sistemica privilegia il contesto in cui si muovono le persone. Lo sviluppo, la crescita personale, il successo, come ci si relaziona verso l’altro, … tutto questo è determinato dal nostro ambiente, da come ci relazioniamo ad esso e dalle relazioni che abbiamo con le persone attorno a noi.

Questo ramo della psicologia studia i fenomeni di relazione e di comunicazione all’interno dei gruppi; ne analizza le dinamiche e gli elementi. Il punto di partenza è il singolo individuo che è collegato agli altri creando gruppi diversi o sistemi. Ogni gruppo/collettività di appartenenza è un sistema a sé: la famiglia, il lavoro, la coppia, etc.

Questi diversi sistemi sono inseriti in un contesto in cui ruolo e comportamento sono determinati dalle regole non scritte del sistema stesso e dal rapporto che intercorre tra i suoi membri. L’analisi sistemica rivolge una particolare attenzione a tali ruoli e comportamenti.

Le origini delle costellazioni familiari:

La tecnica delle costellazioni familiari ritrova le sue antiche radici nelle tragedie greche e nella rappresentazione dei sogni delle culture tribali. Più vicino a noi, Bert Hellinger, dopo la sua esperienza vissuta per 18 anni all’interno di una tribù Zulù (Popolo delle stelle), portò alle nostre latitudini un nuovo modo di guardare alla vita.

Osservando come questa comunità affrontava e risolveva disordini e conflitti, egli si rese conto che la tribù, il gruppo, veniva visto, osservato sempre come un unico grande sistema. Un sistema nel quale ognuno aveva un ruolo proprio, un posto preciso e nel quale gli antenati erano sempre visti come membri attivi, anche qualora defunti.

Quindi, come la psicologia sistemica, anche la costellazione familiare si basa sulla considerazione dell’individuo non come singolo, quanto piuttosto come parte attiva di un sistema familiare che tende a replicare al suo interno dinamiche inconsce, traumi, vissuti non risolti ed emozioni associate a quest’ultimi fino anche alla settima generazione.

Il campo morfogenetico o morfico:

Attraverso le costellazioni familiari si entra in contatto con il Campo Morfogenetico, che è una sorta di “Campo di Coscienza Condiviso”.

Altro grande concetto alla base delle costellazioni famigliari, infatti, è che siamo tutti interconnessi. I campi morfici sono collegati all’inconscio individuale: ciascuno di noi è collegato al campo morfico del pianeta, della specie umana, della popolazione territoriale, della propria identità nazionale, fino al campo morfico della propria famiglia di origine.

La teoria dei campi morfogenetici viene elaborata dal biologo e saggista britannico Rupert Shaldrake (1942) che si pone il problema di prevedere il comportamento di un sistema sulla base dei comportamenti dei suoi singoli elementi. Secondo questa teoria se un certo numero di persone sviluppa alcune proprietà comportamentali o psicologiche od organiche, queste vengono automaticamente acquisite dagli altri membri della stessa specie. Così, se una buona parte dell’umanità raggiunge un certo livello di consapevolezza spirituale, questa stessa consapevolezza si estenderebbe per risonanza morfica ad altri gruppi.

Ogni insieme complesso ed organizzato di attività di un individuo, che comprende comportamenti, esperienze, credenze, schemi mentali, stati alterati della coscienza ed altro, possiede una sua struttura: questi stati mentali e queste attività possono essere trasferiti da un individuo all’altro, proprio grazie al meccanismo di risonanza morfica.

Queste teorie hanno trovato consenso tra quegli autori, come Bruce Lipton, Grgg Braden e Deepack Chopra che si caratterizzano per una visione quantistica dall’ Universo e delle leggi che lo governano.
In realtà i legami tra la persona e la sua psiche, i suoi stai di coscienza e il campo di coscienza condiviso, erano già stati intuiti studiati e divulgati in una forma scientifica anche da Carl Gustav Jung. 

Come si svolgono le costellazioni familiari?

Le Costellazioni Familiari sono generalmente un lavoro di gruppo, è possibile fare anche delle sessioni individuali, ma in quel caso saranno degli esercizi sistemici, più che una vera e propria costellazione.

Concretamente sono una rappresentazione svolta da più persone all’interno di un cerchio, che viene condotto da una persona abilitata (Costellatore) che cura e guida la sessione. È un lavoro molto semplice e intuitivo, che non richiede una preparazione specifica da parte di chi vi partecipa, ma è necessario che chi partecipa sia consapevole che attraverso le costellazioni si sta tutti lavorando in profondità e che le persone nel cerchio sono intimamente esposte e connesse. Assenza di giudizio, empatia e grande rispetto devono essere sempre presenti durante questi lavori, e anche dopo, a seminario concluso.

Lo svolgimento di una costellazione inizia con una persona che siede accanto al costellatore e parla un po’ di sé esplicitando il tema o il problema che vorrebbe risolvere.

Successivamente il Costellatore invita la persona a scegliere dei “rappresentanti”, ovvero delle persone del gruppo che vengono invitati ad alzarsi e a rappresentare le persone del sistema che si vuole costellare. Queste persone devono ascoltarsi e lasciare che il movimento attraversi il loro corpo, assecondando il moto dell’anima e trovando la propria collocazione rispetto agli altri. Devono muoversi liberamente, in silenzio e lentamente nello spazio in cui ha luogo la costellazione.

Quello che viene a crearsi è una disposizione di persone, una sorta di formazione leggibile dal costellatore, che può poi scegliere di intervenire per sollecitarne dei movimenti o lasciare che si sviluppi pian piano per sciogliere i blocchi e gli irrisolti che vengono dal passato.

In sostanza una costellazione è un lavoro energetico, molto intenso ma molto discreto che tocca profondamente chi la mette in scena e anche chi partecipa come semplice rappresentante. Chi partecipa la prima volta rimane molto toccato emotivamente e sente quanto forte sia l’energia che un gruppo di persone riesce a generare.

Negli ultimi anni questa tecnica viene sempre più presa in considerazione, tanto che da qualche tempo è disponibile su Netflix la serie televisiva Another Self. Si tratta della prima produzione televisiva per il grande pubblico, che parla espressamente di costellazioni familiari, pur mantenendo in tutto e per tutto la struttura classica delle serie televisive più amate, col loro bagaglio di intrighi, amori e segreti.

Another Self ci ricorda che siamo più di ciò che appariamo e che, dentro di noi, le storie dei nostri antenati, della nostra famiglia e della nostra stessa terra sono ben vive e sono parte attiva della nostra vita. Ogni irrisolto, ogni sospeso, ogni segreto, ogni dolore, ha il suo peso specifico e vuole essere visto e integrato.

Articolo di Barbara Lupi

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