Sì, perché il sistema scolastico e spesso anche quello educativo a livello famigliare mette l’accento sulle mancanze e manchevolezze delle persone, piuttosto che sui pregi e sui potenziali. Quando si sbaglia si viene immediatamente ripresi e corretti, non vengono quasi mai incentivati i rinforzi positivi.
E così cresciamo convinti che sbagliare sia un fallimento anziché un’opportunità per migliorarci e per raggiungere i nostri sogni e cominciamo anche ad avere paura di tutto quello che non sappiamo fare. Provare qualcosa di nuovo diventa uno sforzo grandissimo e ci sentiamo per la maggioranza del tempo inadeguati.
La naturale curiosità del bambino e la propensione a vedere ciò che è nuovo o sconosciuto come una bella avventura tutta da scoprire e sperimentare, viene così gradatamente, ma inesorabilmente, soffocata.
Come si può pensare di volare liberi verso le nostre passioni e i nostri desideri con un imprinting così?
Come si può valutare anche solo lontanamente di non mollare la presa? Il solo pensarci è già un enorme sforzo…perché sei immerso in una serie di programmi mentali che ti dicono che è davvero difficile, che non fa per te.
Ad un tratto della tua vita ti accorgi che per essere felice devi dimenticare e disinparare ciò che ti hanno insegnato:
In realtà potrebbe essere anche il contrario e tu ancora non lo sai…
Per come funziona il nostro cervello, che è in grado di processare 40 milioni di Bit al secondo, per non impazzire letteralmente ci porta a consapevolezza solo 40 Bit. E come fa a scegliere quali portarti a consapevolezza?
Beh…in base alle tue convinzioni e credenze tutto quello che esula e si allontana da esse viene rimbalzato via come fosse una pallina da tennis. In pratica tu vivi e vedi solo ciò in cui credi, il resto “lo vedi, ma non lo registri, non lo integri, non lo processi”.